Buone notizie?
La più oscena e vergognosa campagna elettorale della storia d’Italia – condotta contro il pericolo fascista per responsabilità della classe dirigente del Partito Democratico e dei suoi apparati d’informazione, che costituiscono da sempre il suo braccio armato – si è conclusa con la vittoria straripante di Giorgia Meloni e del centrodestra. Sia al Senato che alla Camera, la maggioranza espressa dal corpo elettorale è certa. Non è da costituire. È stata espressa con il voto. Non si può escludere che in queste ore qualcuno stia pensando di sovvertire questo risultato, inventandosi giochini post-elettorali. Sarebbe un attentato all’art. 1 della Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Negli ultimi undici anni – dal Governo Monti in poi – questo primo articolo è stato ben strapazzato. La sua salvaguardia sarebbe già una buona notizia.
Un’altra buona notizia – insieme alla scomparsa nel prossimo Parlamento di Emma Bonino – è la sconfitta dell’ideologia post-comunista e catto-comunista del Partito Democratico. Da questo punto di vista, è condivisibile l’espressione usata da alcuni commentatori – LIBERI! – tenendo presente, però, che la libertà vera è quella che sarà sancita dai fatti.
Dalle prime scelte – dai fatti, appunto – conosceremo l’indirizzo politico della maggioranza: le elezioni dei presidenti di Camera e Senato, che devono essere di sua esclusiva espressione; l’indicazione dei Ministri, la cui proposta spetta solo al Presidente del Consiglio incaricato, che non deve subire interferenze di sorta; la redazione della legge di bilancio.
Quest’ultimo punto è molto importante. In base agli accordi con l’Europa, la legge di bilancio dev’essere depositata entro il 16 ottobre. Dalla scelta che farà la maggioranza – adottare la legge di bilancio già redatta dai tecnici di Draghi (come, a torto, e dispiace, ha già dichiarato Guido Crosetto) o elaborarne una ex novo, com’è augurabile, affrontando anche il rischio dell’esercizio provvisorio – ne conosceremo l’indirizzo politico. Se le parole hanno un significato, quelle di Giorgia Meloni subito dopo il voto – Siamo cittadini liberi, non siamo sudditi – rappresentano un programma di Governo che, se attuato, potrebbe restituire dignità al nostro Paese nei confronti di un’Europa che non esiste come entità politica e costituisce un pericolo grave per la vita stessa dei cittadini europei. Quindi, sapremo a breve se la nuova maggioranza sceglierà di essere suddita dell’Europa e dei suoi diktat o sovrana nelle sue decisioni, che riguardano anche e soprattutto le risposte da dare alle conseguenze economiche delle sanzioni imposte alla Russia: se sceglierà, in altri termini, di affrontare nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini gli aumenti sconsiderati e di carattere speculativo dei prezzi dell’energia e di conseguenza l’inflazione, che ha assunto dimensioni enormi e insopportabili per milioni e milioni di persone, riportando l’Italia ad una situazione più difficile di quella del dopoguerra o s’inchinerà ai dettati di Ursula Von der Leyen, che sono contraddistinti dal connotato dell’inumanità (dal Vocabolario: mancanza di qualsiasi sentimento di umana pietà, che si traduce in una cieca e spietata barbarie).
Considerate le pressioni che verranno di sicuro esercitate da oltre Oceano, conosceremo anche presto quale sarà l’intenzione della nuova maggioranza sulla guerra tra Russia ed Ucraina: esporre l’Italia, con ulteriori invii di armi ad una delle parti in guerra, al rischio di una guerra nucleare o promuovere – come il Governo Draghi non ha fatto – un’iniziativa diplomatica di pace che sia una.
Rispetto a quella che viene ancora chiamata emergenza sanitaria, utilizziamo le stesse parole di Giorgia Meloni (Intendiamo ricostruire il rapporto tra Stato e cittadini) per dire: milioni di italiani attendono che cessino definitivamente e non siano mai più riproposte le intollerabili forme di oppressione di tutte le libertà costituzionali degli ultimi tre anni; siano accertate le responsabilità politiche che hanno portato l’Italia ad essere terza nel mondo per numero di morti per Covid-19; sia riconosciuta la validità delle cure domiciliari; si affronti, attraverso l’incarico ad un Ministro della Salute competente, la situazione disastrosa del Servizio Sanitario Nazionale.
Due postille. La prima riguarda Matteo Salvini: ha riconosciuto i suoi errori nell’appoggio al Governo Draghi e questo è un fatto positivo. La seconda è per Giorgia Meloni. Ci auguriamo che nel primo Consiglio dei Ministri annunci due decreti legge: il primo per eliminare dalle scuole di ogni ordine e grado qualsiasi tipo d’insegnamento sulla cosiddetta teoria del gender; il secondo, per abolire il reddito di cittadinanza, che serve solo per garantire in Parlamento la presenza del M5S e al cui confronto sono di gran lunga da preferire gli aiuti in vista del voto che elargiva negli anni ’50 e ‘60 il comandante Achille Lauro.
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Grazie. Un caro saluto,
Danilo Quinto