La discesa agli Inferi di Nostro Signore Gesù Cristo
I Papi conciliari hanno negato l’esistenza del Limbo. Sulla scia del Catechismo varato nel 1992 da Giovanni Paolo II, che affermò: «la tenerezza di Gesù verso i bambini […] ci consente di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo», il 20 aprile 2007 la Commissione Teologica Internazionale in un suo documento affermò che il tradizionale concetto di limbo – luogo dove i bimbi non battezzati vivono per l’eternità senza la comunione con Dio – riflette una «visione eccessivamente restrittiva della salvezza». Il documento ricevette l’approvazione di Benedetto XVI, che già nel 1984, nel libro Rapporto sulla Fede, scritto insieme a Vittorio Messori, aveva sostenuto: «il limbo non è mai stato una verità definita di fede. Personalmente lascerei cadere quella che è sempre stata soltanto un’ipotesi teologica».
Sono pronunciamenti contrari alla Dottrina Tradizionale della Chiesa …
San Tommaso d’Aquino: «L’esistenza del Limbo dev’essere tenuta per certa […]. Non è una semplice opinione teologica» (Sacrae Theologiae Summa, vol. IV, p. 150). Cardinale Charle Journet: «Il Magistero si è pronunciato sull’argomento in maniera non solo “canonica”, prudenziale o disciplinare e pratica, ma in maniera “dichiarativa” o speculativa e dogmatica, atta a “definire il deposito rivelato […] e i cui enunciati richiedono da parte nostra l’ obbedienza di ordine teologale della fede divina” (p. 137). […] La Chiesa già nel concilio Milevitano-Cartaginese (416-418) “ha definito la necessità del Battesimo dei neonati” (pp. 145-146) negli stessi termini ripresi poi dal Concilio di Trento e che la pratica del Battesimo ai neonati è “di origine apostolica” (p. 147). Che non ci sia speranza di salvezza soprannaturale per i bambini non battezzati è una dottrina che appartiene alla fede divina della Chiesa e non è “una dottrina che rappresenterebbe solo l’ insegnamento comune dei teologi” (p. 152); infatti, alla domanda se “i neonati morti senza Battesimo, prima dell’ uso di ragione abbiano qualche altro mezzo di salvezza […], tutte le indicazioni del Magistero sono convergenti. Esse rispondono: No” (p. 160)». Journet si rifà specialmente al canone 3° del Concilio di Cartagine del 418, che si fonda sul Vangelo di San Giovanni (III, 5), e commenta: «Un canone di un Concilio provinciale che scaglia l’anatema contro una dottrina contraria alla fede, se è approvato dal Papa, acquista subito il valore di una definizione di fede, diventa atto del Magistero dichiarativo” (p. 161)» (La volonté divine salvifique sur les petits enfants, Desclée, 1958).
Sant’Agostino: «Chiunque dica che saranno vivificati in Cristo anche i bambini che muoiono senza aver partecipato al suo Sacramento certamente contraddice la predicazione apostolica e condanna tutta la Chiesa, dove ci si affretta a battezzare i bambini perché indubbiamente si crede che essi non possono con nessun altro mezzo essere vivificati in Cristo» (Epist. CLXVI, cap. VII, n. 21).
Catechismo Maggiore di san Pio X (Parte prima, Del simbolo degli Apostoli detto volgarmente il Credo, Capo VI, nn. 115-119): «Che cosa c’insegna il quinto articolo: Discese all’inferno, il terzo dì risuscitò da morte? Il quinto articolo del Credo c’insegna: che l’anima di Gesù Cristo, separata che fu dal corpo, andò al Limbo dei santi Padri, e che nel terzo giorno si unì di nuovo al corpo suo, per non separarsene mai più. Che cosa s’intende qui per inferno? Per inferno s’intende qui il Limbo dei santi Padri, cioè quel luogo dove erano trattenute le anime dei giusti aspettando la redenzione di Gesù Cristo. Perché le anime dei santi Padri non furono introdotte nel paradiso prima della morte di Gesù Cristo? Le anime dei santi Padri non furono introdotte nel paradiso prima della morte di Gesù Cristo, perché per il peccato di Adamo il paradiso era chiuso, e conveniva che Gesù Cristo, il quale con la Sua morte lo riaprì, fosse il primo ad entrarvi. Perché Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione? Gesù Cristo volle differire sino al terzo giorno la propria risurrezione per manifestare ad evidenza che era veramente morto. La risurrezione di Gesù Cristo fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati? No, la risurrezione di Gesù Cristo non fu simile alla risurrezione degli altri uomini risuscitati, perché Gesù Cristo risuscitò per virtù propria, e gli altri furono risuscitati per virtù di Dio».
Pio XII: «Non vi è altro mezzo (il Battesimo, ndr) per comunicare questa vita al bambino, che non ha ancora l’uso della ragione» (29 ottobre 1951).
… Sono pronunciamenti parimenti contrari alla Sacra Scrittura…
La discesa agli inferi la preannunzia Gesù quando dice: «Come Giona stette tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo starà tre giorni e tre notti nel cuore della terra» (Mt 12, 40).
La discesa agli inferi è citata più volte dalla Sacra Scrittura: «[…] andò a predicare anche a quelli spiriti che erano in carcere, i quali erano stati una volta increduli […]» (1 Pietro 3, 19); «E la giustizia dalla fede dice così: “Non dire nel tuo cuore: “Chi salirà al cielo?”, ciò è un trarne giù Cristo; o: “Chi scenderà nell’abisso?”, questo è un far risalire Cristo tra i morti» (Romani 10, 6-7); «Quegli che è disceso è lo stesso che è salito al di sopra dei cieli tutti, per portare a compimento ogni cosa» (Efesini 4, 10).
Gli inferi non sono l’Inferno, che è la condizione eterna in cui si troverà il peccatore che non si pente, segnata dalla sofferenza, ma indicano quello che l’Antico Testamento definisce come il soggiorno dei morti, in ebraico sheol, in greco hádes: «con tale previsione, annunziò la risurrezione di Cristo, dicendo ch’Egli non sarebbe stato lasciato nella morte, e che il Suo corpo non avrebbe veduto la corruzione» (At 2, 31).
Nella Tradizione patristica, Gesù discende agli inferi per liberare i giusti che attendevano il Salvatore: i patriarchi, i profeti, il primo uomo, Adamo, suo figlio Set, Mosè, Davide, fino ai personaggi citati nel Nuovo Testamento, come l’anziano sacerdote Simeone, san Giovanni Battista, lo stesso san Giuseppe.
L’Apocalisse attesta che Gesù, scendendo nel mistero della morte, è diventato anche Signore della morte: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente: e fui morto, ed ecco son vivo per i secoli dei secoli, e ho le chiavi della morte e degli Inferi» (Ap 1, 17-18).
Ancora la Sacra Scrittura afferma: «Nessuno, se non rinasce per acqua Sacra e Spirito Santo, può entrare nel Regno di Dio» (Gv. III,5); «Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-20).
Il tentativo di demolire i fondamenti della Religione Cattolica non nasce con Papa Francesco, ma con i suoi predecessori. Papa Francesco è ancora vivo e potrà, se vorrà, convertirsi. Gli altri hanno già ricevuto il giudizio di Nostro Signore, che non ci è dato conoscere.
Il mio ultimo libro, “La porta stretta”, è ancora disponibile. Chi lo volesse o chi vuole regalarlo ad un amico, invii un messaggio al 340.0727761 o scriva a pasqualedanilo.quinto@gmail.com – La porta stretta – Danilo Quinto